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piccolo romanzo 47

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— Bene: fate preparare le valigie: parto con quel treno.

Ma quando il cameriere fu uscito, per togliersi a quelle strane apparizioni, egli prese la terza lettera, la busticina dove vi era soltanto un biglietto da visita, e che due volte aveva tentato di leggere, per una bizzarra idea, attraverso la busta. Aprì questa volta. Era un biglietto che portava questo solo nome: Maria. E Maria scriveva, semplicemente:

«Oggi, portatemi una rosa.»


III.


Il piccolo coupè di don Francesco, fermato innanzi alla villa Nada, al Macao, innanzi al cancello stranamente ornato, era pieno di rose. Don Francesco era andato dapertutto, per trovare queste rose: dai fiorai più ricchi di fiori, ne aveva trovate pochissime, tutte fredde, tutte scolorate, tutte mangiate dalla brina, come bruciate, con gli orli già nerastri della morte. Era andato al Pincio, dove, al sole caldo, la Zamperini ha la sua serra: ma le rose erano piccole e come gelate. Infine era andato a villa Savella, fuori porta s. Paolo, dove la povera folle di casa Savella, donna Lucrezia Savella,

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