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piccolo romanzo 51

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— Non mi dà nessuna emozione.

— Nessuna? — disse ella, come incredula.

— Io conosco le emozioni supreme.

Ella lo guardò freddissimamente con quegli occhi verdi, pieni di gelo: e: contrasto seduttore, irritante, irresistibile, le labbra rosse fiorivano, quasi chiamanti i baci.

— E poi, che avete fatto? — chiese ancora, monotonamente, come se compisse un interrogatorio di dovere.

— Sono venuto quassù, a girare intorno al villino. La vostra finestra era illuminata, di rosso: ci ho buttato un sasso, contro.

— Ho udito — ella disse, sorridendo lievemente.

— Ma non avete aperto.

— Faceva freddo — diss’ella, semplicemente. — E dopo, che altro avete fatto?

— Sono andato a casa e vi ho scritto.

— Dove è la lettera? — disse il fiero giudice d’istruzione.

— Eccola — e la cavò dalla tasca del soprabito: una lettera voluminosa.

Ma il fiero giudice sdegnò la lettera, perchè la tenne in mano, scherzandovi, senza aprirla.

— Stamane, che avete fatto?

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