< Pagina:Matilde Serao San Gennaro.djvu
Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta.

I patroni 19

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Matilde Serao San Gennaro.djvu{{padleft:35|3|0]]apparve con la sua vita, con la sua morte, coi suoi miracoli: vi apparve, come cittadino di Napoli! E la aureola di Santo Agrìppino impallidì e, a poco a poco, sparve: il santo del contado cedette il posto al santo cittadino: il santo cafone fu messo da parte: Gennaro il grande taumaturgo, il vincitore della morte, vìnse il mite Agrìppino: e San Gennaro fu il glorioso patrono di Napoli, incontestato, incontestabile, invincibile. Chi, salvo qualche buon sacerdote, chi, salvo qualche credente fervido di fede, sa che Napoli ha anche una patrona, chi, salvo costoro, sa che Santa Restituta è patrona di Napoli? La storia di Santa Restituta, è così commovente! La sua cappella, nel Duomo, è così ricca, sontuosa, solenne! Ma la cappella è deserta, quasi sempre: ma nessuna napoletana si chiama più Restituta, come anticamente: e i Gennari, i Gennarini, i Gennarielli, sono innumerevoli, a cominciare da Sua Maestà il re d’Italia, che si chiama, è verissimo, Vittorio Emanuele, ma che si chiama, anche

Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.