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danzato è ammesso in casa ufficialmente - se la frequentava prima, vuol dire che, dopo, egli assume altro carattere - e trova la fidanzata nel salone. V’è l’uso costante che, in questo primo giorno, egli porti un dono alla fidanzata, consistente, sempre, in un anello: questo sarà più o meno ricco, secondo le condizioni dei fidanzati. Ma è da consigliarsi, nei primi doni, più gentilezza ed eleganza, che soverchia ricchezza. Una fidanzata non è un idolo indiano, da covrirlo subito di gemme. I doni debbono seguire una certa gradazione; massime se ci vuole del tempo, per matrimonio. La fidanzata, a suo tempo, ricambia il dono dell’anello; può non farlo subito: dà un altro anello, semplice, o un altro dono, mai di grande costo. Per chiedere la mano di una signorina, il parente maschio va in redingote e tuba; se è una signora, in grande toilette da visita. Nella prima visita, anche il fidanzato porta la redingote e tuba; poi, può adottare il tight. Si offrono, dalla famiglia della fidanzata, al parente e, dopo al fidanzato, del caffè, del thè, e dei liquori, con bonbons, ma naturalmente e senza sfoggio.
III. Il fidanzato spadroneggia
Tutto è mutato adesso! Un tempo, nel buon tempo della severità e della poesia del fondamento, i genitori, o i parenti, o i tutori della fidanzata, erano molto rigorosi nell’ammissione in casa del fidanzato, nel numero delle sue visite, negli accompagnamenti: un tempo, si andava in casa una volta o, al più, due volte la settimana, il giovedì e la domenica. E le ragazze si maritavano lo stesso, anche meglio, e gli amori, le
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