Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
vello, la facoltà aritmetica, per cui, ad ogni passo, mentre crede di aver risoluto il problema dello spender poco o dello spender nulla, si trova a spender molto. Questa gente, per esempio, ha giurato, a principio d’inverno, di fare economia, di dare otto pranzi, invece di due grandi balli: e, alla fine dell’inverno, si accorge di avere gittato, in questi otto pranzi, più che nei due balli, perché si è dovuta rinnovare l’argenteria, perché si è smembrato il servizio di Sèvres, rompendosene due piatti, perché, dopo ogni pranzo' si è sempre ballato, perché..., perché così è! Vi è gente, che non va a Nizza, fra il febbraio e il marzo, perché la vita, cola, è diventata enormemente costosa, ma che, invece, giuoca sulle corse di primavera, nella propria citta, tutto il denaro che avrebbe seminato sulla Cornice, e forse più. Vi ha gente che, avendo speso molto in inverno, in primavera, si decide a giugno, di partire per una piccola villeggiatura modesta, per un paesello rustico, dove si stia in famiglia, dove vi siano i bagni e la campagna, dove si possa restare da luglio a ottobre e dove non si spenda nulla. Illusione! Illusione! Errore! Grave errore! Bisogna andare con la idea semplice e precisa, che qualunque villeggiatura, costa sempre moltissimo, per umile che sia: bisogna convincersi che i borghi, i paeselli, gli alberghetti, le pensioncelle, finiscono per essere sempre carissimi, sotto le loro lusinghevoli apparenze di modestia. Voi mettete in bilancio mille lire e ne spendete duemila: voi volevate restare due mesi e restate quindici giorni, tornando in città, nella pienezza dell’estate, senza quattrini. Voi volevate spendere millecinquecento lire, per la villeggiatura di tutta la famiglia: ne spendete tremila e tor-
122 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Matilde Serao Saper Vivere.pdf{{padleft:110|3|0]]