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geni odiano i villeggianti... lutto questo si può sapere, a marzo, ad aprile e, così, possibilmente, trovare un posto meno caldo, o meno piovoso, o dove ci sia l’acqua, o dove non manchi lo spirito di ospitalità. Dopo di che, lunga corrispondenza epistolare con albergatori, con locatori di ville, di villini, di appartamenti. dispute minuziose: finzione di rifiuto, pel prezzo troppo caro: ripresa di trattative: conclusione, quasi soddisfacente. Poi, affrontare la grande battaglia familiare, poiché questo problema della villeggiatuia, è un vero pomo di discordia in casa. Che pensa, che desidera, che vuole e che non vuole, la signora moglie, per questa villeggiatura? Discutiamo: cerchiamo di comprenderci: accomodiamoci: e stabiliamo tutto, il numero dei vestiti, il numero dei mantelli, il baule nuovo, il giorno della partenza, quello del ritorno, va bene, va bene, quel che la signora moglie chiede, si tenterà di fare come meglio si può, per contentarla. Che pensa il signor figlio primogenito, che decide, che farà di se stesso, del suo tempo, in villeggiatura, che cosa bisognerà fornirgli in abiti e in denaro? E la signorina figlia, la grande, la più pretensiosa, la più posatrice, che ne dice, qual è la sua opinione, quali sono i suoi gusti, qual è il suo capriccio, avanti, si spieghi, chiarisca, dia il suo consenso, o metta il suo veto. E dei servi, che faremo, Dio mio, terribile idea condurli seco, anche più terribile quella di lasciarli indietro, quadratura del cerchio, tu non sei nulla, al confronto di questo ultimo problema... Dopo di che, o marito, o capo di famiglia, non ti scoraggiare più oltre: sii ottimista, anche per questa villeggiatura, che ti sembra una croce estiva, che ti piomba sulle spalle, ogni anno. Può darsi che essa faccia bene alla tua sa-
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