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mattina a sera, come se si fosse nell’inverno più rigido. E il caldo, pare, finisca, per esser vinto: il viso, le mani, il collo si fanno bruni, ma il bianco d’uovo battuto ci pensa: invece di dimagrire, s’ingrassa: e, forse qualche indigestione ci si prende, forse, qualche furioso mal di capo, o una insolazione ci scappa. E forse, si sta meglio di prima, alla fine dell’estate. Dio è provvido, sovra tutto con la gente semplice, che prende il mondo come viene, si acconcia con tutto e si diverte di tutto!
XI. La villeggiatura: i lavori donneschi
Lavori, per modo di dire, lettrici mie, giacché è impossibile che una villeggiante, abbia quindici anni o ne abbia settanta, lavori, sul serio, quando può chiacchierare con un’amica, fare la partita col cappellano, flirtare con un giovanotto: è impossibile che l’uncinetto, o l’ago di ricamo, o i ferri da far maglie, o la tappezzeria, possano troppo andar d’accordo con la conversazione, col giuoco, col flirt. Se voi siete sola, solissima in un villaggio, in un’isola abbandonata (e non si è mai assolutamente soli, anche in un deserto e anche in un’isola, esempio Robinson Crusoè), allora potrete anche fare una intera coltre al filet, potrete ricamare un intero mobile di un salotto, a punto antico, potrete, persino, fare degli arazzi di alto liccio; ma, se appena siete in tre, in quattro, in cinque, sarà una gran cosa, se metterete cinquanta punti nel vostro ricamo, se potrete fare due quadretti di filet, se potrete dare una sola stella di colori argentei alla vostra bizzarra tappezzeria, che imita l’antico. Non lo sperate, i
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