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bimbi mettono una calzetta, la notte dell’Epifania. Il colmo dei doni francesi si riunisce nel giorno di Capo d’Anno, giorno più o meno fatale, secondo la capacità delle borse, mentre da noi, i doni alle persone grandi si usano, sì, ma non generalmente e non hanno un giorno ben determinato. Ed è quest’ultimo costume, che dovrebbe acclimarsi più largamente tra noi: vale a dire, che ognuno, nella misura del suo affetto e dei suoi denari, doni qualche cosa alle persone che ama. Non solo i bimbi sono felici di aver de’ doni, ma tutti, più o meno, abbiamo un delicato piacere nel ricevere, un delicatissimo piacere nel dare. È vero, che i bimbi hanno studiato, si son condotti bene tutto l'anno, hanno sopportato, con pazienza, le loro piccole indisposizioni, hanno prese le medicine, hanno rinunziato, senza mormorare, a ficcarsi le dita nel naso, ed è anche vero che il bambino Gesù viene per essi, e che il Capo d’Anno è, soprattutto per essi, una data gioconda, perché i loro anni sono pochi; ma, Dio mio, anche i grandi, durante l’anno, si sono seccati, ed hanno sofferto, hanno ingoiato pillole amare, hanno usato un’interminabile pazienza, nei disgusti dell'esistenza, e un certo premio anche lo meritano. II bimbo Gesù viene pure pei grandi, ed è apportatore di consolazione, di amore e di benessere; e se il Capo d Anno è una data un po triste, pei grandi, perché non rallegrarla, con qualche dono gentile? Il valore, poco importa, ma l’uso delle strenne da Natale a Capo d’Anno, dovrebbe diventare più popolare, più largo fra noi: procurare una gioia, anche fugace, alle persone, che noi amiamo, non è, infine, fare un dono anche a noi stessi? Sorridere di un sorriso, quale cosa ineffabile!
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