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sposa, sempre molto preoccupante, per lo sposo, e por queste nozze chic, spesso, nelle famiglie che non sono chic, per questi viaggi di nozze, fatti da chi deve restare, al suo paese, a lavorare, cominciano le prime, acri dispute fra gli sposi: e la luna di miele si avvelena! Chi mai fa più il matrimonio religioso, all’uso antico, oramai? In dieci anni, ho assistito a centinaia di matriimoni col luncheon, spesso, a un quinto piano, in tre stanzette modestissime... basta, non insistiamo, e non lui assistito se non ad un solo matrimonio bello, simpatico, all’uso antico, col bell’uso patriarcale, di sera, col ballo, coi rinfreschi e con l’accompagnamento a casa degli sposi, cioè quando si maritò la prima figliuola di un grande avvocato napoletano. Ebbene, egli che era ricco, che era di una condizione elevata, che maritava la figliuola benissimo, la quale figliuola è stata ed è felicissima, rinunciò al luncheon e a tutte le mode francesi, per rispettare le antiche costumanze!
XIV. L’ora stupida
Comincia a girare, fra le coppie che debbono passare a nozze, un nuovo orario di cerimonia religiosa. Invece di seguire il costume della grande maggioranza, cioè di celebrare queste nozze alle undici di mattina, con relativa colazione offerta ai pochi o ai molti invitati, invece di sposarsi all’antica, cioè di sera e in casa, ciò che, oramai, non osa più di fare, neanche la nostra piccola borghesia, ecco che il nuovo orario si stabilisce fra le due e le tre pomeridiane, nell’ora, cioè, più bruciata della giornata, anche se sia in pieno inverno.
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