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niche, per morti, per partenze, per viaggi, queste case si sono chiuse e di famosi, nell’alta società, non restarono per un certo tempo, se non i pranzi di un vero grande signore che era il duca di Castronovo, pranzi perfetti per la loro sontuosità e la loro squisitezza: con la morte del duca, la tradizione finì. Qua e là dove la dama padrona di casa conserva i leggiadri costumi della ospitalità francese, che imparò per la educazione, a Parigi, per la dimora colà, vi sono dei pranzi eleganti: ma fuori quella stretta cerchia, niente! Gente che ha una bella casa, molti denari, buona servitù argenterie, porcellane, cristallerie, non pensa mai ad invitare un amico, un’amica a pranzo: - gente che non ha nulla da fare, che si annoia, che cerca compagnia, non pensa a questa forma così attraente di riunione: mente! Da che dipende? Dalla pigrizia delle signore? Dalla organizzazione, un po’ difficile di quanto ci vuole, per dare un buon pranzo? Da uno spinto di grettezza? Da quell’inclinazione che hanno molti ricchi, fra noi, a concentrare tutto il loro lusso solo nei cavalli, gli uomini, solo nelle toilettes, le signoie Chi lo sa! Negli ultimi tempi, qualche passo è stato dato, si dà, in qualche grande albergo, per non avere fastidi in casa. Speriamo bene!

II. Grandi pranzi

Gl inviti per un grande pranzo, si inviano almeno quindici giorni prima: il tempo più ristretto, è di otto. L'invito si fa su un cartoncino elegante, elegantissi-

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