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to attraenti, destano la curiosità, massime se contengono cose esotiche, solleticano la golosità e sono, spesso, tutto il successo di una colazione: se avete dato un perfetto antipasto e la colazione è debole, è mal riescita, nessuno se ne accorgerà. Non in tutti i paesi ci si può procurare tutte quelle varietà di pesci, di legumi, di verdure, di salse, ma una parte di esse, sì. Pensarci! Se un pranzo debole o mediocre, si salva per la ricchezza del suo dessert, il clou di una colazione è negli antipasti. Una signora, ordinariamente, non va in cucina, le basta conferire col cuoco o con la cuoca, quando ha gente a colazione o a pranzo, ma del dessert nei pranzi e dell’antipasto nelle colazioni, si deve occupare lei, personalmente. Un buon antipasto è un dolce ricordo, dato al palato di un invitato e un dolce ricordo nel suo cuore di goloso!
VI. Il «menu» di un pranzo
Credete voi che io ve lo darò qui? Perché dovrei darvelo? Sarebbe un non senso. Se voi, lettrice, lettore, siete abituati a dare dei pranzi di grande e di mezza cerimonia, vuol dire che avete un buon cuoco pieno di fantasia o una buona cuoca, piena di abilità: e che avete, di accordo con loro, combinato dei «menu» di stagione, per questi pranzi. A voi, nulla serve. Per chi dà più raramente dei pranzi, ma pure è costretto a darne, non ci vogliono se non delle regole generali, delle linee, diciamo così, perché la sua ospitalità sia gradita al palato e allo stomaco dei suoi invitati. Nei pranzi, anzitutto, bisogna curare i particolari: ricchezza e finezza di biancheria, di argenteria, di por-
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