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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Maturin - Melmoth, I, 1842.djvu{{padleft:160|3|0]]quantunque Melmoth di nulla si fosse accorto; e la mattina furono trovati sulla spiaggia del mare abbracciati l’uno con l’altro, ma ambidue intirizziti e senza conoscimento. Quando li vollero separare diedero qualche segno di vita, e lo straniero fu trasportato in casa di Melmoth.

Voi a lui dovete la vita, gli disse l’ecclesiastico quando ebbe ultimato il racconto. Vado a ringraziarlo all’istante, rispose Melmoth. Intanto che lo aiutavano a sortire dal letto la vecchia governante gli disse all’orecchio, e con un’aria di spavento che non era che troppo visibile: In nome del cielo non gli dite di esser un Melmoth. Qualcuno avendo per azzardo pronunziato questo nome alla di lui presenza l’altra sera, egli si mise a correre e fuggire come un pazzo. Melmoth a queste parole si ricordò di alcuni passi del manoscritto; ma fece uno sforzo sopra se medesimo e si portò alla camera dello straniero.

Lo spagnuolo era un uomo dell’età di trent’anni circa, di un bell’aspetto, e di cortesi e graziose maniere.

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