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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Maturin - Melmoth, I, 1842.djvu{{padleft:289|3|0]]amarvi e compiacervi, dentro però i giusti limiti. Di che dunque vi lamentate? — Della vita regolare medesima: io non sono nato per essere un religioso. — Rammentatevi bene, che quantunque noi siamo forzati ad obbedire alle forme de’ tribunali umani per la necessità, che ci rende dipendenti dalle istituzioni degli uomini in tutti i loro rapporti con essi, queste forme non ci possono legare ne’ nostri rapporti con la Divinità. Siate sicuro, figlio mio traviato, che se tutti i tribunali della terra vi sciogliessero da’ vostri voti, la vostra propria coscienza non li annullerebbe giammai. Per tutto il rimanente della vostra vita ignominiosa, dessa continuerebbe a rinfacciarvi la violazione di un voto, violazione, che quantunque fosse dagli uomini approvata, Iddio non sanzionerebbe giammai. Lascio poi giudicare a voi quanto terribili per voi saranno i rimorsi della vostra coscienza all’ultima ora. — Non tanto terribili però quanto in quella, in cui li formai, o per meglio dire, quando mi furono

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