< Pagina:Maturin - Melmoth, I, 1842.djvu
Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta.

283

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Maturin - Melmoth, I, 1842.djvu{{padleft:296|3|0]]venite per ascoltare le sue suppliche, ma per render giustizia. Ah! perchè mai, li interruppi, volete voi affrettare l’esecuzione di una sentenza, che giusta o no, sarà senza dubbio severa! Io ho più d’una volta interceduto per voi, quando vi eravate renduti colpevoli di qualche leggiera colpa; questa ne è la ricompensa? Non perdiamo il tempo, gridarono essi. Fermate, disse il superiore, lasciatelo parlare. Volete voi profittare dell’ultimo momento d’indulgenza che io possa accordarvi, e rinunziare per sempre all’orribile risoluzione di fare annullare i vostri voti?

Coteste parole risvegliarono tutta la mia energia; mi alzai, e dissi con voce chiara e distinta. Giammai; io sono davanti al tribunale di Dio, Infelice! esclamò il superiore, voi avete rinegato Dio: — Ebbene! non mi resta dunque a sperare, che Iddio non rinegherà me; perciò io ho appellato ad un tribunale, ove voi non avete alcun potere. — Ma noi abbiamo del potere qui, e voi ve ne ac-

    Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.