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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Maturin - Melmoth, II, 1842.djvu{{padleft:187|3|0]]petto come per celare il segreto dei suoi palpiti novelli, e con un istinto di purità della quale non sapeva render conto neppure a sè medesima, si allontanò di alcuni passi, ed abbassò verso il suolo gli occhi, dai quali suo malgrado le lagrime scorrevano in abbondanza. Lo straniero parve turbato; una emozione, alla quale egli non era accostumato, lo agitò per un momento; quindi sorrise sdegnosamente, quasi volesse a se medesimo rimproverare di essersi per un momento abbandonato ad un sentimento umano; ma dopo un breve istante la sua fisonomia rasserenossi di nuovo al contemplare gli sguardi d’Immalia dimessi ed altrove rivolti. Egli sembrava esser capace di sentire il dolore; e pur ciò ostante era sempre pronto a farsi beffe di quello degli altri. Cotesto contrasto della disperazione, che si nasconde sotto la maschera della frivolezza si incontra non di rado. Il sorriso è figlio della contentezza e del piacere; ma sovente una ilarità fattizia si vede dominare sulla fronte della creatura la più op-

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