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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Maturin - Melmoth, II, 1842.djvu{{padleft:222|3|0]]se la causa dell’impressione, che loro aveva cagionato l’apparire di cotesto individuo. In tutta la persona di lui non v’era nulla di singolare, egli camminava tranquillamente, ma ciò che aveva principalmente colpiti i gentiluomini, era l’espressione singolare della di lui fisonomia che nessuno di essi sapeva spiegare.

Non si erano eglino mossi ancora dal loro posto, quando l’incognito ripassò d’avanti a loro, continuando a camminare con la stessa lentezza; osservarono di nuovo quella singolare espressione ne’ lineamenti di lui, e particolarmente negli occhi, che fin qui nessuno uomo aveva potuto contemplare senza fremere. Avvezzi a riguardare degli oggetti ributtanti alla natura ed agli uomini; percorrendo senza intermissione gli ospizii degli alienati di mente, le caverne della fame, le prigioni del delitto, o il letto di morte della disperazione, essi avevano contratto uno splendore ed un linguaggio, che era tutto loro proprio: uno splendore che nessuno avrebbe potuto fissare, un linguaggio

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