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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Maturin - Melmoth, II, 1842.djvu{{padleft:335|3|0]]za, fermatevi! Ove vado io? ove mi conducete? — Alla cerimonia nuziale, rispose Melmoth con voce bassa ed appena articolata. Isidora però non potè distinguere, se questa era renduta tale dalla emozione o dalla rapidità del cammino. Dopo alcuni istanti ella fu obbligata di dichiarare, che le era impossibile di procedere più oltre; gli si appoggiò al braccio rifinita dalla stanchezza dicendogli lasciatemi riposare in nome di Dio! Melmoth non diede risposta; pure si fermò e la sorresse, se non con tenerezza, almeno con un’aria d’inquietudine.

Durante quell’intervallo Isidora guardò intorno a sè, e si sforzò di distinguer gli oggetti i più prossimi, ma l’estrema oscurità della notte le rendeva ciò quasi impossibile, ed il poco che potè discernere non era fatto per dissipare il suo terrore. Dessa percorreva un sentiero angustissimo sull’orlo di un precipizio, in fondo al quale scorreva un torrente, il fragore delle cui acque le percuoteva in una strana guisa l’udito. Dall’altro

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