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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Maturin - Melmoth, II, 1842.djvu{{padleft:337|3|0]]sono i suoi gemi! Questi che vedo sono realmente alberi? rassembrano a tanti spettri! Questa notte è ella fatta per le nozze? A tali parole sembrò che Melmoth si turbasse; egli voleva continuare a trascinarla forzatamente, ma Isidora proseguì: Io non ho nè padre nè fratello, che mi possano sostenere e difendere... Mia madre non è al fianco mio. Qui non veggo nè congiunti che mi abbraccino, nè amici che vengano ad offrirmi le loro felicitazioni. E il di lei terrore facendosi di mano in mano più sensibile e forte, terminò coll’esclamare: ove è il sacerdote, che deve benedire la nostra unione? ove la chiesa che deve accoglierci?

Non aveva finito ancora di dire così Isidora, che Melmoth prendendola pel braccio si sforzava dolcemente di farla avanzare e le diceva. Non lungi di qua vi è un monastero rovinato, che voi avete potuto vedere dalle vostre finestre. No, io non l’ho mai veduto; ma perchè è desso rovinato? Non saprei dirvelo, ma quel che so di certo, è, che conserva

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