< Pagina:Maturin - Melmoth, II, 1842.djvu
Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta.

79

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Maturin - Melmoth, II, 1842.djvu{{padleft:84|3|0]]gue, sfigurato, imbrattato di fango, e tutto pesto dai colpi di pietre, egli lottava e ruggiva in mezzo di codeste bestie feroci fino a tanto che innalzossi un unanime grido, il quale fece sperare, che una scena così orribile agli occhi della umanità, avrebbe tantosto il suo termine. I militari avendo ricevuto un rinforzo arrivarono a gran galoppo; intanto che tutti gli ecclesiastici, con le vesti lacere e con i cerei e le aste spezzati formavano come la retroguardia, ed erano tutti ansanti di difendere la causa della umanità, e d’impedire che una simile disgrazia imbrattasse il nome cristiano e la natura umana.

Ma ahimè! la loro interposizione non fece se non accelerare la catastrofe. Io vidi, io sentii, ma mi è impossibile descrivervi, signore, gli ultimi momenti di quella tanto orribile scena. Trascinato pel fango e sulle vive pietre, lanciarono un ammasso di carne tutto ammaccato e pesto contro la porta della casa, in cui io mi trovava. La lingua gli sortiva dalla lacera bocca: uno degli occhi usci-

    Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.