< Pagina:Maturin - Melmoth, III, 1842.djvu
Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta.

7

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Maturin - Melmoth, III, 1842.djvu{{padleft:12|3|0]]giovinezza, unita alla certezza di una perfetta felicità avvenire somministrava una quasi celeste espressione a de’ lineamenti, che senza di ciò non avrebbero offerto, che il triste aspetto della debolezza e della decadenza.

«Una descrizione dettagliata di ciò che seguì nel tempo della refezione, farà meglio conoscere i personaggi. Walberg, che sempre era stato molto sobrio, istigò a più riprese il vecchio suo padre a bere più vino di quello che questi fosse solito; il vecchio si ricusò con dolcezza. Il figlio avendo insistito, il padre alla fine acconsentì, più per far piacere a Walberg, che per sua propria soddisfazione. Il più giovane de’ figli carezzava la sua nonna con l’ardente tenerezza della sua età. La madre gli fece de’ rimproveri, ed essa rispose: lasciatelo pur fare. — Ma esso vi annoia, disse la sposa di Walberg. — Ah! non mi annoieranno gran tempo i miei cari nipoti! rispose la vecchia con un sorriso espressivo.

«Padre mio, disse Walberg, non pare, che Everardo sia molto in-

    Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.