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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Maturin - Melmoth, III, 1842.djvu{{padleft:173|3|0]]
(A queste parole don Francesco guardò lo straniero con un aspetto smarrito. Avrebbe voluto interromperlo, ma non ne ebbe la forza.)
«Io ho dipoi sentito dire, che questa famiglia è ritornata in Ispagna. La bella abitatrice dell’isola deserta è divenuta l’idolo dei vostri cavalieri di Madrid, di quei che passeggiano nel Prado. Ma, ascoltatemi bene! un occhio è fissato sopra di lei, il cui sguardo è più pericoloso di quello di un serpente! Un braccio sta pronto per impadronirsene e seco trarla! Cotesto braccio l’ha lasciata per un momento; i suoi muscoli fremono d’orrore e di pietà. Esso lascia in libertà la sua vittima e fa segno a suo padre perchè voli al suo soccorso! Don Francesco, mi comprendete voi ora? Questa storia ha qualche interesse per voi? ne sentite l’applicazione?»
Qui fece fine lo straniero; ma don Francesco muto per l’orrore non potè rispondergli, che per una debole esclamazione. Se io non m’inganno favellò lo straniero voi non avete un