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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Maturin - Melmoth, III, 1842.djvu{{padleft:193|3|0]]per celebrare il matrimonio di sua figlia. Allorquando Isidora sentì far menzione di questa festa si rinsovenne della predizione di Melmoth e della promessa: io ci sarò; cotesta promessa le ispirò una orribile confidenza; ma a misura che vedevano i preparativi, quando si sentì consultare su i divertimenti da offrire e sulla decorazione degli appartamenti, il coraggio le mancò, e non rispose che con tronchi ed interrotti accenti, e con uno sguardo smarrito.

Fu deciso per un ballo in maschera, ed Isidora immaginandosi che Melmoth ne profitterebbe, attendeva con impazienza, che egli le comunicasse i mezzi che egli contava di mettere in uso per facilitar la sua fuga. Egli non le disse nulla, e questo silenzio terribile confermava ed abbatteva alternativamente la confidenza, che ella riponeva nel potere di lui. In un momento di disperazione ella esclamò: Rimuovetemi deh! rimuovetemi da questo luogo! io non reputo nulla la vita; ma la mia ragione è incessantemente minacciata. Non

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