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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Maturin - Melmoth, III, 1842.djvu{{padleft:218|3|0]]te disciolto da quel terribile e disastroso legame, che ha prodotta la vostra disgrazia qui in terra ed ha compromessa la vostra salute eterna?

Isidora rimase lungo tempo senza poter rispondere; finalmente con voce alterata disse: padre mio, presentemente io non ho la forza nè di combattere nè di sentire il mio cuore. La morte non tarderà a sciormi da qualunque vincolo; ma fino a tanto che sarò in vita mi conviene amare l’autore della mia perdita. Io non gli rimprovero l’inimicizia che ha avuta per me: esso è nemico di tutto il genere umano. Rigettando l’ultima sua tentazione, abbandonandolo al suo destino e sottoponendomi al mio, io sento, che il mio trionfo è stato completo. — Figlia, io non v’intendo. — Melmoth è venuto a trovarmi nel corso di questa notte.... esso è entrato nelle mura del Sant-Uffizio, in questa camera medesima... (Il padre Giuseppe diede dei segni del più profondo orrore, e porgendo attento l’orecchio al vento, che sibilava nei corritoi, aspettavasi di vede-

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