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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Maturin - Melmoth, III, 1842.djvu{{padleft:226|3|0]]voce, che aveva atterrata tutta la terra, fece sopra di loro l’effetto del tuono, che rumoreggia da lontano.

Mortali, disse loro, voi siete qui per parlare del mio destino e degli avvenimenti che lo hanno contraddistinto. Codesto destino, per quanto io credo, è compiuto, e con esso cessano gli avvenimenti che hanno la vostra curiosità risvegliata. Io son qui per tutto dichiarare: sì, io, di cui vi parlo, son qui. Chi può di Melmoth, dell’uomo errante, raccontar le avventure meglio di lui medesimo al momento in cui sta per terminare una esistenza, che è stata un soggetto di stupore e di spavento per tutto l’Universo? Melmoth, voi vedete il vostro antenato; l’uomo di cui avete veduto il ritratto con una data tanto antica. Voi, Moncada, avete avanti agli occhi una conoscenza di una data più recente. Non temete; e che avreste a temere? Voi signore, siete munito del vostro rosario, (qui un raggio di maligna ironia rischiarò per un poco le spente pupille di lui) e voi Melmoth siete rafforzato dalla

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