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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Maturin - Melmoth, III, 1842.djvu{{padleft:79|3|0]]la tra noi? Se lo siete, guardate! E gli accennò col dito la porta, per la quale l’Aliaga aveva veduto passare quando si ritirò quell’altro straniero, che gli aveva letta la storia di Walberg.

Obbedendo macchinalmente a quel segnale, piuttosto che alla sua volontà, don Francesco tenne dietro allo incognito ed entrarono nell’appartamento. Lo straniero prese in mano una candela, che stava per ispegnersi, e la cui debol luce riflettè su di un vile letticciuolo, ove giaceva un cadavere; e disse all’Aliaga: guardate! Don Francesco ricolmo di orrore riconobbe l’individuo col quale aveva passata una porzione di quella notte esso era estinto! Lo straniero avvicinandosi al letto, e togliendo le coltra che ricopriva quell’infelice sepolto nell’eterno sonno gridò: Avanzatevi! guardate!.... Osservate!... In esso non iscorgesi alcun segno di violenza; i suoi lineamenti non sono sfigurati da convulsioni. Non è stata la mano dell’uomo che lo ha colpito. Desso ha voluto inter-

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