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MEDEA.

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Medea.djvu{{padleft:32|3|0]]:Perché con la mia morte

Seguirebbe ancor quella
De’ cari miei figliuoli.
Ti chiamo in testimon di mie parole
Santa Giustitia, che ti stai nel cielo,
Che i miei figliuoli han vinto
Me, che lor padre sono.
Credo, ch’anco Medea,
Benc’habbia fiero il cuore,
Et implacabil sia,
Vorrà più tosto haver rispetto a figli
C'ha le sue nozze. Io sono
Risoluto di veder con i preghi
Alquanto intepidir l’animo irato.
Ecco, che tosto, ch’ella
M’ha veduto, s’è mossa,
E tutta furiosa
Dimostra l’odio in volto;
E tutto quel dolor, che tien ne l’alma.
Med.
Noi fuggimo Giasone; noi fuggimo:
Nè nuovo è il mutar luogo;
Ma nuova è ben la causa del fuggire.
Che già per tua cagion solea fuggire.
Io mi parto, io abandono
Le tue case: ma dove
Mi rimetti, ch’io vada?
Andrò misera forse
A veder Fasi e Colco?
E ’l paterno mio Regno?
E nel terren bagnato
Per le mie man del sangue del fratello
Dimmi a qual terra vuoi,
Ch’io rivolga il mio piede?
E qual mar mi dimostri?
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