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MEDEA.

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Medea.djvu{{padleft:38|3|0]]:Teco portando ti dia qualche aita,

Chiedila, che l’havrai.
Med.
Sai, che l’animo mio
Sprezzar può le ricchezze
Reali, e suole. Siami solamente
Compagni del mio esilio i miei figliuoli,
Nel sen de quali io possa
Sparger il pianto mio.
Da te s’aspetta altri figliuoli nuovi,
Si che poi starne senza.
Gias.
Confesso, ch’io vorrei
Gradir a li tuoi preghi:
Ma pietà non mi lascia:
Perché patir non posso
La lontananza loro;
Non, quando ancor sforzar me ne volesse
Il Re suocero mio.
Questi sono cagion de la mia vita
Questi son mio conforto
In tutti i miei travagli.
E più tosto potrei
Mancar di questo spirto,
De’ membri e de la luce.
Med.
Se questi ama i figliuoli
Bene ha, lo tengo, è luoco a la ferita,
Hor concesso mi sia,
Che prima, ch’io mi parta,
Dar io lor possa gli ultimi ricordi.
Mi sia lecito a dare
L’ultimo abbraciamento.
Ciò m’è grato: e ti chieggio
Con l’ultime parole,
Che se ’l dolor m’ha spinto
A dir quel, ch’io non debbo,
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