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e cosi scorgendo tatto nella civiltà, la estolle, dice ch’ella è tutto, il resto nulla; e inette contro a sè tatti coloro che par credono sieno qualche cosa religione, virtù e coltura. Nè sono opposti; solamente non s’intendono: il primo non ebbe allro torto che di male spiegarsi; comprendeva quelle altre qualità nella parola da lui prediletta, e gli altri credettero che le escludesse. Cosi ancora altri comprende lutto nella religione; e se dicesse che la religione vera deve condurre a tutto, a virtù, a collnra, a civiltà, direbbe bene; ma dicendo che è tutto per sè, dice più che non è, dice ciò che talor non fu; e si fa dire all’incontro che anche la religione vera fu talora senza coltura, senza civiltà e senza esercizio nè univérsale nè lato della virtù slessa ch’ella è destinala ad estendere. E cosi la virtù, cosi la coltura non sono tnlto, non comprendon tutto; è chiaro a chi attenda. — Ei si può ridir qui delle parole ciò che dicemmo delle scienze; accettiamole, usiamole tutte, quanto sta in ciascuno di noi. Anche le parole sono doni di Dio; sono strumenti ad arrivare fino ai limili da lui prefissi al nostro intelletto; chi rinnega scienze o parole, chi prende in ira l’une o l’altre, si ribella contro alle leggi di nostra esistenza, di nostra natura, di nostra creazione. Ora spiegherommi anche meglio con esempi particolari di nazioni ed età note a tutti. Certo la coltura italiana si fermò n,el secolo XVI, retrocesse nel XVII, e restaurandosi ne’ due ultimi non risali o almeno non risplendelle mai più nè risplende come allora; eppure noi siamo, o lo spero, più inciviliti mollo che non gì’ Italiani sudditi de’ Medici o de’ Farnesi, le nostre condizioni sociali sono senza comparazione migliori. La coltura progrediendo può talor corrompere, e corrompendo far indietreggiare la civiltà; la civiltà progrediendo può talor far considerare la coltura come qualità nazionale meno importante che non altre, e cosi farla sostare o indietreggiare. La coltura, insomma, è il complesso delle condizioni intellettuali, come la civiltà è il complesso delle sociali; e cosi possono le due congiungersi, separarsi, aiutarsi, opporsi, corrompersi, spingersi, rilardarsi a vicenda, andare insieme o disgiunte. — Che la civiltà non sia virtù, si vede in tutta la storia antica. Già il dicemmo, e

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