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10 meditazione prima.

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II. Ogni scienza umana non è altro che cognizione ulteriore d’una parte della natura. Ed ogni scienza c’insegna, prima e quasi elementarmente, l’uso che noi possiam fare di quella. Ma quando ella si ferma lì, quando ella non penetra a contemplare la sapienza creatrice e conservatrice, la Scienza non adempie se non la inferior metà dell’ufficio suo, non dà la mano all’altre scienze compagne, non entra in quella sapienza universale nostra, che è parte ella stessa della universale e divina. — E la storia ella pare, la scienza delle azioni del genere umano, ha i due uffizi senza dubbio: non è possibile che la Provvidenza, contemplabile per mezzo delle scienze materiali, contemplabile per mezzo di quelle che hanno ad oggetto lo spirito umano, per così dire, immobile, non sia contemplabile per mezzo di quella che ha ad oggetto speciale le azioni, i moti, la vita di quegli spiriti. Non è possibile che questi moti sieno senza motore, senza causa. Non è possibile che questa causa sia il caso, negazione di ogni causa. Non è possibile che sia quella necessità che ridurrebbe gli spinti a condizione di materia, che distrarrebbe la loro spontaneità, la loro personalità, e così ogni colpa ed ogni virtù d’ogni uomo, e la coscienza del genere umano. Non è possibile poi, che questa o queste cause, quali che sieno, non sieno più o meno discernibili dagli spiriti che elle muovono. E non è possibile finalmente che dall’una all’altra non ci possiamo più o meno innalzare alla contemplazione della prima causa, del primo motore.

III. Ma facciamo pure subito un passo di più, e diciamolo arditamente: fra tutte le scienze non rivelate, la storia è quella che può andare, che va più su, in tale contemplazione. Tutte l’altre non ci fanno conoscere se non, per così dire, Iddio in generale; la storia sola ce lo può far conoscere in particolare. Le altre ci additano il dovere di servire Iddio; la storia sola ci può dire se Egli abbia voluto essere servito in un modo particolare, e quale sia tal modo. In somma, le altre scienze non conducono guari se non a quella religione indeterminata che suol chiamarsi naturale; elle restano al limitare della positiva, della quale non possono osservare se non poche armonie con sè stesse; la storia sola entra

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