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Gcrniiiilcht. Bloderae.

VI. Dignità, forza, onore in pace, sicurezza in guerra è i’andar sempre accerchiati d’un grande stuolo di giovani eletti. E non pure nella propria gente, ma anche ne’comuni vicini è nome e gloria di ciascuno l’avanzare altrui col numero e virtù delia compagnia. Questi capi di compagnia sono ricerchi con le ambascerie; qnesti, carichi di doni; questi, per lo più, coi nome lor solo compiono le guerre. — se il comune nativo poltrisce in lunga pace ed ozio, i più de’ giovanetti nobili ne vanno, da sè dove qualche guerra allor ria. Perchè è ingrato a quelle genti il riposo, e tra’pericoli si fanno meglio conoscere; nè una gran compagnia pnossi altrimenti che a forza ed in guerra mantenere, chiedendo ognuno al principe chi un destriero, chi una insanguinata e vincitrice framea, e per istipendio tavola e gozzoviglie, rozze si, ma grandi’, e provvedendosi a tal magnificenza con 6nerra e rapine. [Ib., 13,14.)

VI. L’ ordine più potente presso agli Irochesi è quello dei duci di guerra.... Prima d’ogni cosa è lor d’uopo esser felici, e non trascurare i propri segnaci; debbono essere generosi, e spogliarsi in ogni occasione di quanto hanno caro a prò dei ioro militi. (Uèm. Sur les Iruquois, nelle Variété» liti., tomo 1, pag. 443.)

li credito dei duci di guerra sulla gioventù è più o meno grande, secondo ch’ei più o meno regalano e tengono tavola imbandita. ( Journal de» campagne» de M. de Botigainville en Canada; dan» le» Variétés liti., tomo I, pag. 488.)

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