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riori e minori del politeismo, le varie idolatrìe; e nuovissima finalmente, non più che contemporanea alla caduta, la forma più sformata di tutte, l’apoteosi dell’uomo vivente, degl’imperatori Romani. Imperciocché, questo, non il feticismo, é l’ultimo grado della degenerazione; e se anche del feticismo si potrebbe provare che fu nna dell’ultime forme, non importa provarlo, perchè non fu nè ullima nè pessima. In ogni feticismo potè essere, fu, a parer de’ migliori, alcun che di simbolico; gli oggetti del feticismo non forano adorati per sè, ma come figure; dove all’incontro gl’imperatori Romani furono adorati senza figure e per sè; e ne furono cosi adorati di tali, che per le immonde scelleratezze avevan fatto calar la natura umana sotto a qualunque oggetto di qualunque infimo feticismo. L’infima degenerazione del politeismo fu dunque l’ultima; dunque il politeismo non procedette per perfezionamento, ma per degenerazione; dunque la storia di esso proverebbe ch’egli degenerò dal monoteismo, quando la storia di questo non provasse già che questo fu prima di quello. — E cosi è, che quanto più si viene studiando e meditando storia, quanto più vien avanzando l’intiera scienza storica, tanto più si viene abbandonando l’ipotesi dell’origine rozza, varia e perfezionabile de’ culti; più si torna quindi per necessità ad nna delle due contrarie. Io non vorrei fare il profeta in niuna materia, e tanto meno in questa cosi formidabile; ma mi sembra un fallo quasi adempiuto dal presente avanzamento degli studi storici: che l’ipotesi antistorica non abbia avuto vita lunga; che non sia slata se non un episodio della scienza sviala; e che prontamente eliminata, già lasci luogo alle dne altre antichissime del monoteismo, o naturalmente inventato, o soprannaturalmente ricevuto.
V. All’incontro, queste due sembrano destinale a dorare poco men che l’uomo perenni. Imperciocché è perenne finora quella varietà delle menti umane, per cai le ane non dan credenza se non alle cose naturali, non hanno occhio nè intelletto se non per queste, e di queste non vogliono cercare spiegazioni soprannaturali; mentre altre menti migliori, più felici, cercano negli oggetti, nelle credenze, nelle contemplazioni soprannaturali le spiegazioni che non trovano quag