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236 meditazione nona.

collisi i Medi sotto Ciaxare od Artea intorno all’anno 630,1 ripassarono il Tigri, mossero gaerra al gran regno Lidio e massime al grande Caldeo; e stavano a campo per riprender Ninive, qaahdo sopravenne nna invasione nuova e grande di genti settentrionali Giapetiche, chiamate dagli storici profani Cadusii, saci, Parti, Cimmerii, o con nome generico sciti, e dai sacri, Gomer, Gog e Magog. Scesero essi chiamati da’ Caldei, o da’ Medi, o spontanei? chi lo sa? Ad ogni modo, disturbarono più i Medi fattisi più vicini, meno i Caldei più lontani; ma corsero, predarono, guastarono le genti serve degli uni e degli altri, e si sparsero in siria e Palestina fin all’Egitto, onde tornarono a poco a poco scemati, distratti dal clima, dalle gozzoviglie, e meno dalla forza che dall’arti de’ vinti. Tanto questa antichissima correria somiglia a molte che avvennero ai tempi della rovina romana I quando tra due o tre delle nazioni combattenti per esse, sopravveniva ano di questi nembi nuovi barbarici, e si dissipava e struggeva poscia da sé. Questo, dicesi, ilurò 28 anni.’ — Intanto, prendendone aiuto od occasione, ricresceva il regno caldeo a Babilonia, sotto a due suoi re, Nabupolassaro già grande, e Nabuccodonosor figliuolo di lui e molto più grande. I quali noi ritroviamo perciò nelle storie giudaica e fenicia. Nabupolassaro alleato prepotente o signore di Josia regolo di Giuda, fu assalito intorno al 610 da Nechao faraone d’Egitto, il quale secondo l’antica massima di quel regno non voleva soffrir tal vicino. E il Faraone vinse ed uccise il

la Bibbia.—Cosi facendo, si deve ritenere Arbace od Arpbaxad primo del canone di Ctesia; ma si pone all’età d’Erodoto, e si iascian succeder poi

0 i re Hedi di questo, o mezzi quelli di Ctesia, rigettando o ponendo prima

1 precedenti; ovvero con Heeren (Marniti) si ammettono le due dinastie come di due genti diverse. (Vedi a p. Ss7, nota 4.)

’ Dunque Ninive restaurata non durò in tranquilliti se non dall’anno 719 od anche 709 fino ai 660; dunque 80, o al più 90 anni.

’ Erodoto, llb. 1, gg 103,104,106,106 colle copiose e dotte annotazioni di Larcher.—Diodoro siculo, lib. II, cap. X.— Ma soprattutti Eztch., XXXVU1 e XXXIX, dov’è la descrizione più magnificamente poetica e storica di quest’ invasione. — E il Larcher sembra aver veduta questa belia concordanza biblica; ma non l’accenna chiaramente. BosenmQlier, ni, ch’io aappia, gli altri commentatori d’Ezeohiello non la videro. Sarebbe soggetto d’importante monografia; e ne risulterebbero numerose spiegazioni storiche e geografiche.

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