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ETÀ IIIa O DELLE NAZIONI PRIMITIVE: L’INDIA. 251

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Meditazioni storiche.djvu{{padleft:258|3|0]]non può essere opera mia attribuire a ciascuno di qaesli ciò cbe gli dobbiamo; non posso se non accennar sommariamente i fratti principali di lor fatiche, il capitale presente della letteratura e cosi della storia Indiana.11 quali dunque sono: 1° i quattro libri delti Vedi o parola rivelata; libri sacri della religione Brabmanica, scritti in lingua sanscritica; raccolti, come si crede, non prima che all’intorno dell’anno 1400 av. Gesù Cristo; attribuiti a Vyasa, un nome mitico probabilmente, poiché significa compilatore; composti ciascuno di due parti, Maniri od inni, Brahmani o precelti, e d’un’appendice od esposizione teologica chiamata Upanishad. * — 2° Gli istituii di Manu, codice civile insieme e religioso, compilalo, come credesi, intorno all’anno 900 av. Gesù Cristo, posteriore ad ogni modo ai Vedi che vi si trovano citali.8

— 3° Le due grandi ed antiche epopee, il Ramayana o impresa di Rama, e il MahaRharala che canta principalmente la guerra dei Panduidi e Curuidi; il primo de’ quali credesi scritto più o meno intorno all’epoca del codice di Manu; il secondo compilato ad un’epoca posteriore, ma finora incerta.*

— 4° I libri filosofici delle sei scuole principali, Mimansa, Vedanta, Nyaya, Vaisesica, e le due sankie, tutti di data incerta più che mai.6 — s« Molli poemi minori epici, dram-

l’esempio di lui; egli mi diede con doppia generosità e quanto poteva servire alle opinioni proprie, e quanto alle mie. E queste comunicazioni con un allievo cosi principale della grande scuola Orientalista di Parigi, mi apersero nuovi fonti per tutta la storia Orientale.

< Alle dne storie di James Miti colle note di Wilson, Londra 1840, e di Elpbinstone, 2" ediz., Londra 1843, rimando per il complesso della bibliografia. Ha trattando di fonti cosi poco noti, ed a cui pure avrò a riferirmi di continuo, bo aggiunte le indicazioni seguenti, valendomi qu principalmente dell’aluto, di cui alla nota della pag. precedente.

  • Dei Vedi, vedi Colebrooke, Asiatic reeearchet, tomo Vili, pag. 377. Non ne son pubblicati se non isquarci dal Rosen, Poley ed altri.

’ Gli istituti di JUanu furono pubblicati primamente a Calcutta e tradotti poi in pib lingue. Gli Italiani li hanno nella Enciclopedia storica dei Cantù, Legislazione, voi. unico.

  • Il Ramajana fu incominciato a pubblicare e tradurre da Marshman, poi daG. Schlegel, ultimamente dal nostro Gorresio (Parigi 1843). Sulla data di esso vedi l’Introduzione dell’ultimo, pag. xcvin, cix; ed Elpbinstone, tomo 1, pag. 297.11 testo del Mahabharata è pubblicato dai Brahmani a Calcutta, ma non è tradotto se non in isquarci.

’ «Delle filosofie, vedi i saggi classici di Colebrooke nel Journal ofthe Royal Aliatie society, tomo 1 e seg., — il sunto di essi dato da Abel Rémusat, Nmveaux Mélange», tomo li; — e la trad. fr. di Pauthier, Paris 1833.

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