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rici; la mitificazione dei fatti che cessa nelle altre storie più
0 meno a miHe anni all’incirca prima di nostra èra, dora qni oltre a mille anni dopo, dne mila di più. Dal che dedurremo, passando, quest’osservazione: qnanlo sia falso qnel nome di età mitiche dato da molti alle antichissime esclusivamente, posciachè noi lo veggiam qni potersi dare non meno opportunamente ad alcnne tanto più recenti. Ed esamineremo forse poi le canse di qnesta povertà delle storie indiane. Ma qni intanto ne noteremo gli effetti inevitabili, cioè: una confusione di eventi finora inestricabile; ninna cronologia nemmeno come altrove approssimativa; moltissime genealogie, per vero dire, ma interrotte, incrocicchiate, raddoppiate, e che non avendo, salvo una forse, ninn principio nè fine cerio, non servono gnari a fermar dàle; fatti medesimi attribuiti a parecchi eroi; parecchi eroi compresi all’incontro in on nome; moltissimi uomini, qui come dappertutto, fatti lddii, ma di soprappiù molti lddii fatti uomini; culti innumerevoli raccolti in una o iu due religioni} delle quali si dispota qual sia più antica, se sieno due distinte, od una religione originaria, e l’altra semplice eresia od anzi filosofia; e.finalmente filosofie, sètte religiose e filosofiche dividentisi, soddividenlisi senza fine; nn vero caos di storia che non ha l’uguale altrove, ed in coi apparisce appena qualche raggio di luce, a malgrado de’ più grandi studi critici che sieno forse stali fatti mai. — Ma quindi, da questa stessa indicibile confusione, escono pure, escono già non disprezzabili insegnamenti. E prima, una solenne smentita a tutti coloro i quali van predicando non importar guari alla filosofia storica i particolari degli nomini, de’ fatti, delle date; importare ad essa solamente le leggi, i costumi, le colture, le religioni. Qui abbiamo tutto ciò, anzi abbiamo sopravvivente la stessa nazione antica; e tuttavia, mancandoci
1 fatti, noi l’intendiamo mollo meno che non parecchie altre spente da gran tempo ma illustrate da’ fatti loro a noi noti. E perciò la principal cura nostra sarà qui di trar dal buio alcuni almeno di que’fatti generali, senza cui non può essere nè filosofia, nè ragionamento, nè meditazione slorica.—Ma intanto (e lo noto prima ad onore della scienza indianista, e
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