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poi per non avere a tornare so questioni già sciolte), intanto già son tolti di mezzo e per sempre, qoe’ pregiudizi della ignoranza assolata e della scienza incipiente: che fossero là all’Indie monumenti, tradizioni, fatti anteriori a tutti gli altri storici; là di mezzo alle rupi od a’ghiacciai dell’Immaus, ovvero’là so non so qoal terrazzo dell’Asia centrale o del Tibeto, le origini di tutte le schiatte, di latte le religioni, di tutte le civiltà umane; là poi sol Gange una letteratura, ed una od anzi parecchie filosofie stupende, superiori a tutto, spiegatrici di tutto, dell’universo mondo. Or già son fatti molli giodicii, molti paragoni. E delle età si rigettano come favolose o reminiscenza delle anledilnviane tntte quelle che precedono il Kali Yoga, o età presente, che incomincia appunto, come dicemmo, all’anno 3100; e delle origini indiane si cerca variamente, ma come di origini nazionali e non più; e quanto alle bellezze letterarie, ed alle profondità filosofiche, se ne cerca, se ne discorre, s’ammirano, si pongono più o meno su, por variamente secondo il genio e gli studi di ciascuno, ma non vi si trova guari da nessuno oramai nessuna di quelle vantate superiorità, e vi si trova anzi da’migliori e più numerosi nna incontrastabile inferiorità in paragone delle lettere e delle filosofie grecheromane. — E quindi è debito e piacere per noi l’esprimere nostra viva gratitudine, e destar quella de’ leggitori, verso tutti coloro i quali con istudi cosi ardui sempre, e talora cosi ripugnanti, aprirono il campo a siffatti confronti, che sono in ultimo trionfi alla coltura, alla civiltà, alla religione cristiana. Anche costoro, quantunque semplici letterali, si posson dire missionari, aiutatori a quelle conquiste asiatiche in che s’avanza d’anno in anno la cristianità; conquiste essendo, non solamente le materiali, ma pure, ma piò, le intellettuali e le apirituali, fine ultimo di tutte. Chi aiuta all’une spinge l’altre di necessità. E noi Italiani, a cui è tolto dalle condizioni nostre di contribuire alle prime, tanto più dovremmo cercar nostra parte delle seconde, o dell’ultime; non ci mancano per ciò nè gl’ingegni nè gli ozii.—Quanto a me, scriltor sommario, pressato dall’altre parti dell’assunto mio, e novissimo in questa scienza nuova, sarò contento se, espo

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