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quell’età, meno casta che congregazione elettiva. — 3° E caste o congregazioni sacerdotali, tutte e tre ad ogni modo dovetter procedere come tutte l’altre simili in altre nazioni; raccolsero ciascuna intorno al proprio culto, fecero di più calti una religione, mentre facevasi di più genti questa o quella nazione. Ma de’ culti raccolti da’ Magi nella religione MedoPersiana già accennammo; ondechè non direm qui se non dei raccolti nelle due Indiane, e primamente dei tre raccolti nella Brahmanica. Che il cullo di siva fosse culto gentilizio del Cashmir, e forse di altre genti Indiane occidentali, parmi chiaro da Intlociò che se ne vede nella cronaca regia;1 e che il culto di Vishna fosse culto proprio delle genti Gangeliche più orientali sembra probabile dal vedere posti ivi fra esse tutti gli avalari od incarnazioni di quel Dio. E che si raccogliessero i due poi con quel di Brahma nella Trimurti a poco a poco, non a un (ratto per invenzione, è chiaro da quel fatto conceduto dà tulli, che appunto a poco a poco si trova menzione dei tre Iddii ne’libri Brahmanici. Non parmi dunque dubbio de’ tre culti principali, parmi probabile J di parecchi altri Brahmanici; essi furono culti gentilizi riuniti in una religione per mezzo di tutto quel dogma delle emanazioni, delle trasformazioni, delle incarnazioni, che \ corrisponde, in parte simile, in parte dissimile, a quello delie figliazioni degli Iddii in altri Panteon, in altre Teogonie. In queste, già più studiale, è indubitabile l’assembramento di tutti quegli Iddii gentilizi in una famiglia d’Iddii nazionali; indubitabil parmi una riunione simile nella gran famiglia degli Iddii Brahmanici. — 4° Nella religione di Buddha poi, dico nella primitiva di tolta l’età di che parliamo, non si trova menzione finora di molli culli riuniti; trovasi solo quello de’ Jaina.* Ma forse si troveranno altri quando n’avremo più memorie; o forse si confermerà ciò che sembra ora probabile, che in tntla quest’ età la religione di Buddha si conservasse più monoteislica, più semplice, più primitiva, p che questa appunto fosse la differenza massima sua da tutte le
’ Vedi Radjatar. fin dai primo libro e passim; e commenti, tomo II, pag. 464 e seg.
1 Radjatar., I, si. 108, e tomo I, pag. 352, 353; tomo II, pag. 473.