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modo, le religioni Indiane furono in ciò principalmente diverse dalla MedoPersiana, che questa si svolse soprattutto in nn dualismo, quelle in nn panteismo. Ed altri panteismi religiosi vedremo poi alla Cina, in Egitto; e cosi, senza entrar per anco nei filosofici, si confermerà che il panteismo fu la forma più consueta, forse universale, a cui capitarono tutte le religioni sviate. Ma fn forma suddivisa in molte forme. Sempre si torna a quell’apoflegma; la verità è una; l’errore, anzi ogni errore, è suddivisibile all’infinito.
IX. Della civiltà indiana già accennala da quanto precede, aggiugneremo poche parole. Fu in gran parte simile alle contemporanee occidentali. Schiatte diverse, genti molte, ora indipendenti del tutto, ora raccolte intorno ad una gente principale; regoli e Re dei re, Radja e Maharadja temporarii, mutanti, rimutanti per frequenti invasioni e rivoluzioni. Le quali si distingueranno forse un di, come s’incomincia a fare per l’Asia occidentale, e si potrà dire allora se fossero più frequenti qua o là. Ma fin d’ora, nell’India come in quell’Asia, è da dismettere quel fantasma di un grand’imperio durato i mille e duemila anni, il quale non istà più colla
Siffatti incontri di chi studia e da punti di partenza e con metodi cosi diversi, mi sembrano gran conferma e delle opportunità di questi studi in. generale, e della verità de’ fatti trovati da una parte e dall’altra. — All’osservazione dello scrittore francese: c’est un système; le tempi n’en est pai encore verni, etje eraindrais fori prnr ce beaupoème un Arittarque orientaXiste (pag. 35), io osserverò all’incontro: che appunto quanto più. vengono progrediendo gii studi orientali, tanto più essi confermano quel sistema storico dell’antiche mitologie, il quale è mio vanto oramai aver in gran parte comune col gran Tedesco; e che è appunto dagli ultimi e migliori studi indianisti (di Rémusat, Klaproth, Burnouf, Troyer e sykes) ch’io ho tratte cosi numerose conferme di quel sistema nella presente Meditazione—Ma il signor Lèbre mi sembra aver posto il dito molto bene sulla piaga del sistema compiuto di schelling, scrivendo più giù: Le christianisme d’apris If. Schelling se distingue des mythologies sans les contredire. Il n’est point sur un outre chemin;les mythologies fraìent la routevers lui:sanselks il n’aurait pu s’accomplir; elles le préparent; elles en sont pam ainsi dire lei propylies. Evidemment, ce n’est pai là ce qui pense le christianisme. L’idolatrie et le péché sont pour lui la mime chose; il n’excute d’aucune manière les mytholo. gies; il «’oppose au eulte des idoles camme le bien au mal: ce eulte n’apoint romene veri Dieu; il n’a fait qu’égarer lotn de lui. W. Schelling n’eit pai plus arthodoxe tur le Judcssme. A vrai dire, on ne lait guère à quoi demeure ben un peuple (lu, une fois que les mythologies préparent et annoncent le christianisme, et M. Schelling se mentre {art embarrasté de ce qu’ilendoit fairs (p. 40).