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ben dirette d’un sinologo francese, è ora leggibile ed apprezzabile da tntti; e per la sua antichità, la sna originalità, e talora la sua bellezza, sarà tenuto oramai come ano de’ più preziosi e più fecondi di meditazioni che sieno fra gli umani. La difficoltà a ben intenderlo sta intiera in intendere il titolo: King vuol dire libro; Te vuol dir virtù; ma Tao, tradotto già colla parola ragione, è tradotto ora dal Julien con quella più generale e più oscura di Via; e tal oscnrità s’estende quindi a tutto il libro ove il Tao riede ad ogni tratto, e quindi alla intera filosofia, ed alla setta poi che ne prese nome di Taotte, o seguaci del Tao. E certamente, se, come pare, tale indeterminatezza sia originariamente nella parola cinese, il traduttore fece molto bene a lasciarla pur nella traduzione; chi sa se non lasciolla volontariamente, secondo il costume patrio, l’autore stesso? Ma chi studi attentamente nel libro i vari luoghi dove torna quella parola essenziale di Tao, vedrà che se vuol dir via, vuol dir via alla ragione, o più brevemente ragione; quella ragione umana cbe. è appunto via a conoscere la ragione universale delle cose. E quindi il titolo nuovamente tradotto Della via e della virlù, verrebbe ad equivalere a quello tradotto già Della ragione e della virtù; e perchè poi si vede scritto tutto contro alla sapienza nazionale in particolare, e contro a tutto ciò che vantasi essere sapienza in generale, potrebbe interpretarsi pure quasi Libro della sapienza o scienza nuova, diversa dalla nazionale. —Ed ora, se tu prenda in mano questo libro, sarai,. credo, compreso prima d’ammirazione per la sapienza vera e tranquilla che vi pervade; per il disprezzo veramente filosofico delle passioni, degli interessi, delle grandezze e delle stesse glorie umane che tu vi trovi; per quel precetto di devozione propria ad altrui che quasi diresti carità, e quell’altro di abbassarsi per innalzarsi, che diresti umiltà cristiana. Ma va innanzi, o leggitore; ed equanimità, filosofia, carità ed umiltà, troverai tutto ciò in breve esagerato, e per esagerazione corrotto in indifferenza, dubbiezza,
le tiasiime rilcie avant l’ire chrétienne par le philotophe LaoTseu, traduit et publiipar stanislas julien, Paris 1848, pag. xixeseg.—E confronta Abel Rémusat, Mémoire sur la vie et lei ouvraget de LaoTseu, Paris f 823.