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MEDITAZIONE SECONDA.

LA STORIA DELLA CREAZIONE.

Qui vivit in æternum creavit omnia simul;
Deus solus justificabitur.
Ecclesiast., XVIII, 1.


Universa propter semetipsum operatus est
Dominus.
Prov., XVI, 4.





Sommario.

I. Occasione massima d’errori in ogni scienza. — II. Come fuggirla nella storia. — III. I due fonti della storia dalla creazione. — IV. La cosmogonie delle nazioni primitive. — V. La greco-romana. — VI. La mosaica. — VII. Le astronomie e geologie filosofiche antiche. — VIII. Quelle del medio evo. — IX. Quelle della filosofia restaurata. — X. Quelle ultime progredite. — XI. Armonia. — XII. I miracoli, i misteri, la causa finale della creazione.


I. L’occasione massima d’errore in ogni scienza è quell’abito che si prende troppo sovente in ciascuna, di non considerare la verità universale se non da un solo aspetto, di non volerla scoprire se non per una via, con un solo metodo, di chiudere gli occhi agli altri aspetti, di escludere gli altri metodi, di rinnegare in somma le altre scienze, di restringere la sapienza ad una scienza. A coloro che hanno preso quest’abito,succede invariabilmente, che giunti al limite esterno della propria scienza, o dichiarino non scienza non certezza tutto ciò che è al di là; od anche peggio, che volendo andarvi per la loro via a ciò inopportuna, ei vi vadano male, credano scoprirvi ciò che non v’è, non vi scoprano ciò che v’è, e così chiamino verità ciò che andando per altre vie avrebbero facilmente chiamato errore, errore ciò che avrebbero chiamato verità. — Parecchi matematici non considerando se non le verità delle misure e dei numeri, chiamando queste verità matematiche, e la certezza loro certezze matematiche, prendono l’abito di considerare come meno certe le altre verità, e così

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