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Etiopi, sketos, Ladimiti, Rutilo, ed altri popoli semitici e Chamitici, Asiatici ed Africani, marittimi ed internati nelle terre; un’intiera storia monumentale superiore a qualunque altra tale rimanente delle nazioni antiche. Ma la storia monumentale è lungi dall’essere la più certa e chiara, come vantano alcuni; ella è anzi pur troppo sempre storia nuda e morta, storia de’ corpi tutt’al più e non degli animi; i quali si conoscon meglio talora da poche pagine d’un rozzo annalista, che non da quelle moli delle piramidi, degli obelischi, de’ portoni, delle colonnate o de’ colossi. Il Cbampollion, il Rosellini, il Wilkinson e non pochi altri s’affaticarono già, ed ora s’affaticano il Baracchi ed il Lepsio a trar da que’monnmenti e dai papiri que’ nomi regi!, che riaccostan poi alle liste manetoniaue ed ai pochi fatti datici da Erodoto e Diodoro. Ma intanto incerti sono quegli stessi re a cui attribuire questi pochi fatti; e tutti gli altri, nudi assolutamente di storia, rimangono per noi suoni vuoti, suoni barbari, e non più. Quindi non faremo lista inutile di tatti questi, nè disputa de’ pochi altri: lì accenneremo dalla sola interpretazione del Rosellini. — Il quale adunque chiama Thulmes IY° quello ch’ei crede essere stato il vero Mephri o Meri scàvator del gran lago ed edificatore d’altri grandi monumenti.1 E crede poi Amenofi 111° identico con quel Memnone de’ Greci, la cui statua diventò famosa quando invecchiata e fessa si fece sonora al sol nascente, e fu delta quindi salutar l’aurora.*— I più grandi poi di tulli questi re Tebani appariscono i Ramseti 1°, IP, III0, IV°, che sembrano essere stati tutti grandi conquistatori. Disputasi quale il più grande, quale il gran sesostri degli storici Greci, o se anzi non siasi fatto di parecchi fra essi quella memoria unica, dandole il nome d’un più antico ma minore conquistatore. Ma, che l’uno o l’altro o tutti questi Ramseli fossero adempitori delle maggiori conquiste falle mai dagli Egiziani, sembra provalo e dai monumenti di essi cbe ritraggono mollo chiaramente

1 Rosellini, op. cit., tomo I, pag.231. E confronta le discussioni de’ monomenti (tomo II e III] che ogni studioso può facilmente trovare. E vedi ivi pure i fonti, inutili a citarsi disgiunti dalle discussioni.

  • Rosellini, op. cit., tomo I, pag. 238. — Peyron.. . .
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