< Pagina:Meditazioni storiche.djvu
Questa pagina è ancora da trascrivere o è incompleta.

sumavano in qaegli scavi od edifizi, che vi morivano a migliaia, e che i fondatori ne rimanevano poi maladetli da’posteri. E quindi non solo cessa in noi ogni meraviglia che siffatti lavori sieno opera di età cosi poco avanzate, e che non siensi rifatti mai più; ma ogni lode fattane poi dagli scrittori. posteriori ritorna all’esecrazione primitiva. — Del resto, tolta agli Egizii la lode meccanica, resta loro l’architettonica. Giuste proporzioni di altezza e di basi, forme variamente piramidali, simmetria, euritmia di parti che si concepiscono facilmente a prima vista, ornati abbondanti e par non opprimenti nè confondenti, statue, obelischi, pronai, portoni staccati, e ogni sorta di monumenti minori posti in bella appendice sopra od intorno od innanzi ai maggiori, solidità vera ed apparente, tutto è là; quasi tutte le virtù dell’architettura. Nè è oramai da dubitare; là i Greci impararon l’arte. Ma l’ingentilirono essi, gli Egizii no; una sola virtù era da aggiugnere all’architettura Egiziana, l’eleganza, la leggerezza dove opportuna; gì’ immobili Egizii non l’acquistarono mai. — E cosi, o peggio, nella scoltura; portata anche questa all’apice suo sotto ai grandi Tebani, non progredì mai più d’allora in poi. Rimase colle virtù e co’ vizi presi allora: proporzioni giuste, forme belle, e mosse per que’principii ardile della figura umana, bellezza non mai guastata dalle violenti espressioni, e ninna poi di quelle mostruosità di molle braccia o molti capi frequenti all’India ed altrove; ma la mostruosità peggiore del raccozzar capi e corpi di bestie agli umani, e in questi stessi niuna varietà nè di mosse nè di espressioni, nè di età, nè quasi di sessi. Qni, più che nell’architettura, lasciarono molli passi a farsi da’Greci, che li fecero poi. — Ed anche più ne lasciarono nella pittura, rimasta più rozza, più convenzionale che non I’ arti sorelle. Davano tinte unite e diverse ad ogni oggetto; il rosso a’corpi virili e divini, il giallo ai femminei, il nero ai Negri affrica», altre più o racn distinte ad altri popoli affrica» od asiatici, ad ogni animale, ogni masserizia, ogni metallo, e via via. — In tutto, le arti, come la civiltà, appariscono aver fallo grandissimi passi sotto i grandi re Tebani; ma questi furono i soli Egizii che non temessero inno

    Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.