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III. Ma poco dopo all’anno 3000 apparisce nn altro nome, appariscono i Pelasgi coadotti da uno e poi due, tre o piò eroi, tatti chiamati Pelasgo. II più antico è detto figlio di Giove (cioè d’origine ignota, straniera), e pare identico con Argo fondatore di quella città alla marina orientale della penisola che fu poi Peloponneso.1 Un secondo pare identico con Inaco, e figliuolo dell’Oceano; e cosi anch’esso d’origine straniera, marittima, transmarina.* E seguono un altro, incivilitore e re d’Arcadia nell’interno del Peloponneso;’ e un altro, invasor di Tessaglia al settentrione; * ed altri ed altri poi nelle tre sedi pelasgiche principali d’Argo, di Arcadia e di Tessaglia; o piuttosto in tutta la Grecia propriamente detta, ed indi ad oriente fin nell’Asia Minore, e ad occidente in Italia.5 Quindi par chiara l’origine straniera, marittima, od anzi transmarina di tntti qnesti Pelasgi. E tale origine ci è confermala dal fatto asseritoci chiaramente da Erodoto, e invano tentato oscurare dalle interpretazioni: che i Pelasgi parlarpn lingua barbara, cioè straniera, cioè (rignardando a quell’età in che tntte le lingue di ciascuna delle tre grandi schiatte umane erano probabilmente ancora somiglianti tra sè, e in che. quelle sole delle schiatte diverse diflerenziavan molto, parevano straniere tra sè ) cioè, dico, non Giapeticbe.* E quindi, cercando ulteriormente, una origine semitica qualunque sembra posta fuor di ogni dubbio da quest’altro fatto a cui torneremo: che fenicio nelle tradizioni, ed evidèntemente semitico nelle forme è l’alfabeto Pelasgico diventato poi Ellenico; e da quest’altro ancora: cbe il nome di Pelasgi significò erranti o dispersi nelle tradizioni nazionali, e significa appnnlo dispersi ed erranti nella parola semitica e somigliantissima di Pbaleg. Se non che forse, non ai soli semiliei, ma pure ai Chamitici vegnenti di Fenicia od’Egit
’ Clavier, 1,22,82.
• Ibidro», 1,7,20*24,25.
• Ibidem, I, 36,38,39,107.
k Ibidem, 1,25, 26, 52.
• Ibidem, I, 22, 55, 56, 89, 214, 295, ec. Altri eraditi mutano, pe vero dire, alcuni di questi nomi, di queste identità. Ma l’ordine della invasione non riman mutato.
’ Erodoto, 1,57: