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cedere in pochissimi anni qaesta tirannia a quell’ordinamento, potrebbe far dabitare della sapienza del legislatore; se non che le dne cacciate del tiranno in breve par saccedote, e l’ultima poi de’ Pisistratidi, e il non essere mai più soggiaciuta Atene a niuna tirannia se non per forza straniera, e l’aver saputo liherarsi anche da qaesta, ed insomma la gran durata del governo ordinato da solone nelle sue parti essenziali, e più che la dorala, lo splendore, tutti gli splendori di guerra e di pace, di commerci, di ricchezze, di arti, di lettere, di poesia, di filosofia, accumulatisi in quella città, tutte le facoltà umane naturali svoltesi nel popolo Ateniese ordinalo da solone, fanno incontrastabilmente grandi e il legislatore che ordinò tal popolo, e il popolo che segui tal legislatore. Atene fu la Firenze dell’antichità; con questo sommo vantaggio, che fu militare, e cosi contribuì ngeglio di gran lunga all’indipendenza di tutta la nazione sua. Crebbe, visse, durò, risplendè fra le parti, i turbamenti, le mutazioni, e diciam pure gli errori. Certo, chi non fa, non erra; ma non sempre, chi fa meno, erra meno. La grandezza definitiva d’un popolo, come d’un uomo, non si può misurare se non ponendo la somma dell’opere, detraendo la sonhna degli errori, e prendendo il residuo per frutto netto. Sparta errò meno senza dubbio. Ma sparta non ha che l’opera delle Termopili ed una parte di Platea e di Micale da opporre a Maratona, a salamina ed alla parte maggiore di Platea e di Micale, in quella stessa gran difesa d’indipendenza che parrebbe dover essere stato ufficio della virtù militare e conservatrice spartana. E sparta non ha poi nè Tirteo, nè Eschilo, nè sofocle, nè Euripide, nè Tucidide, nè senofonte, nè socrate, nè Platone; nè, io stava per dir, quel Pisistrato stesso elegantissimo fra’tiranni, il raccoglitore de’ poemi d’Omero, il protettor d’Anacreonte, il maggior promotor che sia stalo della coltora greca, il Lorenzo Magnifico del VI secolo prima di Gesù Cristo. — Ma siamo giusti; tutti questi grandi Ateniesi non sarebbero forse sorti mai, nè Grecia sarebbe stata il fior dell’antichità, senza sparta. Gli Ellenisti moderni si dividono quasi in due; chi è tutto spartano e Dorico, chi Ateniese e Jonio. Ma a me

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