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affitto ereditario le terre degli spartani e de’ Peneri,opiuttòsto erano addetti alla terra, e comprati e vendati con essa. Se danqae le condizioni fisse ed ereditarie onde ciascano non paò uscire, sono quelle che chiamammo e soglionsi chiamare caste, chiaro è che caste furono qaeste Laconiche degli spartani, de’ Perieci e degli Iloti; caste simili a quelle che trovammo in Asia e in Egitto, con questa sola differenza die qui non era casta sacerdotale. Del resto, tutto ciò somiglia pure a ciò che fu poi in Italia verso il mille dopo nostr’ èra; quando signori erano e chiamavansi i vassalli Franchi o Tedeschi; non signori e non servi gli Arimanni discendenti da’Longobardi, antichi conquistatori conquistati; e servi della gleba gli Aldi conquistati più antichi, i nativi Italiani. E quindi è da conchiudere: che, in questo fatto importantissimo della divisione del popolo in condizioni diverse, la vantata costituzione spartana fu, poco più poco meno, quella del secolo XI cristiano, quella del sistema fèndale in sul fiorire più bruito; quella che ognuno pud dunque da sè giudicare. — Ma lasciamo ciò, e consideriamo quella civiltà nella sola gente signora, a prò di cni si costituì. Gli spartani puri, gli spartani signori, aveano dunque intiera quella potenza politica che gli antichi chiamavano libertà.Ma quanto a ciò che cosi si chiama nelle leggi di alcuni popoli moderni, ne’ desiderii di parecchi altri, ne’ discorsi e negli scritti di lutti; quanto a quella libertà individuale che consiste nel poter far ciascuno ciò che gli giovi od aggradi, se non noccia altrui, gli spartani furono senza dubbio gli uomini del mondo che n’abbiano mai avuta meno, non eccettuati i sudditi de’ despoti orientali o settentrionali, antichi o moderni. Fosse caso che cosi confermasse a poco a poco gli usi antichi (diversissimi nell’origine), fosse genio speciale e sapienza restrittiva del legislatore Licurgo, fosse (e ciò crederei) conseguenza naturale delle guerre continue sostenute e vinte ne’ primi secoli dello stanziamento, le quali educassero la genie quasi ad esercito, ogni cittadino quasi a milite; il fatto sta, che in pace come in guerra, in città come in campo, arruolali o non arruolati, tutti gli spartani, uomini, donne, giovani, vecchi o fanciulli, ebbero la loro vita, le loro azioni