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ma soprattutto poi perchè fn oso greco, prendendo gli Iddii stranieri, non prenderne quasi mai i nomi, ma mntarli, tradurli nella propria lingua; ondeohè manca qui l’aiuto, qualunque sia, dell’etimologia: Fra’pochi nomi serbati è quello semitico di Adone; e il modo in che fu serbato ci può dar luce su quello in che furono accettati, con nomi identici o mutati, tanti altri Iddii. Adonai, nel culto semitico vero, fu nome del Dio solo; ne’ falsi, del Dio sommo, il Dio signore. Ma accettato dai Greci, e cosi introdotto in una mitologia dove era non solamente un altro Dio sommo, ma forse già tutta la famiglia ascendente e discendente di lui, Adone non potè più essere nè Dio sommo esso, nè nemmeno della famiglia; non rimase se non Dio minore, anzi minimo o semideo, ed entrò (chi sa come poi?) nel mito minore della Dea della’generazione e della voluttà. Cosi senza dubbio di molti altri Dei, primari nelle loro origini, ai lor paesi, nelle loro mitologie, ma secondari, minori o minimi nella mitologia raccogliticcia, eclectica de’ Greci. — Del resto, sono molto notevoli le due asserzioni di Erodote: che i Pelasgi non davan nomi particolari, ma uno solo in generale ai loro Iddii, e che questi nomi furono poi recati dagli Egizii.1 La prima è una nuova pròva della origine semitica de’ Pelasgi primitivi, essendo stati i semiti i soli che serbassero (in questo nostro Occidente) l’idea d’un solo Iddio o forse una sola idea degli Iddii fino al principiar del secondo millenio. Ma quanto all’altra asserzione, che gli Egizii portarono in Grecia i nomi de’ loro Iddii, ella sembra dimostrarsi: falsa dal fatto: che non suonano identici i nomi divini egizii e greci, tranne pochissimi. Ondechè ei conviene dire che gli Egizii portassero non i nomi che rimasero, ma i nomi che furono tradotti, cioè le distinzioni, la moltiplicità, e soprattutto le personificazioni. E quindi si vede che dagli studii ulteriori della mitologia egiziana, più che da niun altro, è a sperare la distinzione

1 Erodoto, lib. II, § 88. Solla religione greca sarebbero ad accennare Intiere biblioteche; tutte le storie, tutti i trattati di filosofia, di poetica, e di arte antica. Ma son forse ad anteporsi, come più positivi, questi ultimi. Vedi jl Manualt d’Archeologia di Ottfriedo Miiller, parte III, e la copiosa bibliografia monumentale ivi accennata.

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