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se non in qaell’eclettismo di schiatte e di gusti e di lavori, che dicemmo causa di tante altre superiorità greche. In arti più che in ogni altra cosa, lo stile esclusivo non può se non esser gretto, e rimanere o diventar maniera; e non c’ è che nn modo di allargare o riallargar lo stile: conoscere, amare, fare e far fare il più che si può.1

XVI. L’ uomo che ha rotte le sue relazioni soprannaturali, I’ uomo ridotto a quello che si snol chiamare stato di natura, è un fanciullo; quasi io diceva un animale intelligente, il quale nell’esercizio stesso delle sue facoltà intellettuali, segue ogni impulso de’ bisogni materiali e de’ piaceri sensuali, prima che i desiderii del buono e del vero. Ma lasciando ogni disputa di qual sia naturalmente prima fra quelle quattro ricerche o colture (una disputa molto fatta, ma insolubile tra coloro che non concordino perfettamente sulla natura umana), e tenendoci fermi ai fatti, alla storia, certo è: che gli antichi, che i popoli abbandonalo» della tradizione primitiva cercarono, d’allora in poi, prima l’utile, poi il bello, poi il buono, poi il verq; lutto a rovescio di ciò che avvenne più’tardi, al tempo della tradizione restituita ed ampliata. Certo nell’antichità tutta, ed in Grecia più che altrove, è evidente quella progressione di colture, di ricerche: prima quella dell’utile, la salisfazione de’ bisogni materiali, all’età delle genti primitive e disperse; poi quella del bello, la poesia, le arti, ogni piacere, fra cui principale la pigrizia, all’età seguente delle genti tiranne; poi la ricerca del buono, le leggi, i precetti, la sapienza morale; ed ultima solamente la’ ricerca del vero, la pura sapienza o filosofia. — Al tempo cui siam giunti la Grecia avea percorsi già i due primi stadi, correva il terzo ed arrivava al quarto. Perciocché i sette famosi soli o sapienti che sorsero intorno al 600 avanti Gesù Cristo non furono già ciò che si chiamò poi e non si

1 Vedi oltre l’opera citata del Quatremère, il suo Jupiter Olympien — « il citato Manuale del Muller. — Del quale non so rattenermi di notare ch’egli i (anche nella edizione francese a malgrado le numerose trascurarle) il più bello forse fra quanti Manuali vanno attorno nelle numerose Collezioni. È un vero tesoro di fatti e notizie bibliografiche, sull’arte Greca priocipaimente; i un vero peccato, non ci sia dato, coli’agginnte opportune, in italiano.

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