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La seconda immigrazione Pelasgica nella nostra Penisola consti della maggior parte de’ Pelasgi cacciali di Tessaglia da Deucalione e dagli Elleni. Giunsero da noi intorno all’anno 1400,1 ed approdarono alla bocca del Po detta spineto. Ed ivi si divisero. Una parte stanziò ivi, e fondò spina, e prosperovvi dapprima, e fu soverchiata da’barbari (Veneti od Umbri?) ultimamente. Gli altri, e probabilmente i più, s’internarono prima tra gli Umbri; ma ricacciati da essi, s’avanzarono a raggiugnere i loro compatrioti, là dove questi s* erano innoitrati più settentrionalmente intorno a Cntilio. E mescolatisi, fondarono prima la città di Elia o Velia; poi ritornando insieme sugli Umbri presero Cortona una di lor città principali, e la tenner come fortezza di frontiera.1 Poi, continuando la gnerra antica di loro compatrioti contro i siculi, preser loro e fondaron tra essi (ed anche fra gl’Itali, gli Osci e gli Elrusci) ’ parecchie città, Agilla, Pisa, saturnia, Alsio, Falerio, Fescennio, Larissa ed altre, Ano alle regioni dette più tardi Campania. E finalmente cosi ridiscendendo giù per la Penisola, e spingendo e vincendo quell’antica gnerra nazionale, si cacciarono innanzi i siculi fino alla punta meridionale, e li sforzarono ultimamente a lasciar la Penisola, a passar lo stretto, a rifuggire nell’isola già delta sicania da’lor consanguinei, e d’allora in poi sicilia da essi. Avvenne tal fatto importante tra i 90 od 80 anni prima dell’assedio di Troia, tra il 1280 ed il 1240 prima di Gesù Cristo.

Sogna credere a Dionisio d’Alicarnasso.—Del quale, del resto, è a notare cbe è lodato molto dal principe stesso degli eliminatori, da Niebuhr (vedi tomo II, pag. 1, della traduzione francese, di che mi servo, e altrove). Ma quanto poco egli il segue e prima e dopo averlo lodato I—Vedi pure Heine ai Virg., lib. VII, 6, c. 4.

’ Prendendo l’epoca di Pelasgo figlio di Niobe da PetitRadel che la fissa all’anno 1790 (vedi Appendice alla Meditazione Xlll, pag. 429) e detraendoneleXllgenerazioni intermediarie accennate da Dionisio Alic. (§17), cioè 360 anni, si ba l’anno 1430 per la partenza de’ Pelasgi di Tessaglia; e concedendo una generazione per la fermata in Dodona e il viaggio (ibidem, g 18), si ha l’anno 1400 per l’arrivo in Italia.—Chi accettasse la cronologia Pelssgica di Larcher (Medit. tei), e cosi l’anno 1900 per l’epoca di Pelasgo figlio di Niobe, avrebbe per l’arrivo in Italia l’anno 1510.

1 Dionysius Halicarnasseus, 1,18,19,20.

  • Dionisio non nomina qui se non I siculi. Ma più giù, g 22, nomina gli Osci; e più su, g 12 in fine, nomina gl’Itali; ed al § 25 nomina i Tirreni come frammisti ai Pelasgi.
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