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Or veniamo alla religione degli Etrnsci e cosi a nuove oscurità, nuovi dubbi. I quali per verità noi possiamo prevedere a priori. Perciocché i Tirreni ebbero probabilmente calti semplici, dapprima; il culto del cielo, della luce, delie potenze celesti ed eteree, come gli altri Giapetici. Ma invasi, poi rimescolati con altri pure Giapetici, e poi co’Pelasgi, semiti d’origine ma rimescolati essi stessi già con gli Egizii probabilmente, e con gli Elleni certamente, gli Etrusci del 1160 e più in qna, non poterono aver serbati culti pari né primitivi, dovettero secondo la natura che vedemmo di tutte le idolatrie aver preso dai culti vicini, aver moltiplicate, complicate le proprie religioni. Nè questo è tutto. Non solamente noi non possiamo discernere i culli Tirreni originari, negli Etrusci posteriori; ma questi stessi noi stentiamo a’ discernerli da quelli anche più posteriori de’ popoli circondanti, da’culti di quei Latini che ora presero gli Dei e i nomi Etrusci, ora gli Dei senza i nomi, ed ora assimilarono i propri Dei agli Dei altrimenti nomati dagli Etrusci. In tanta confusione noi seguiremo il Miiiler che fa quant’ò possibile queste distinzioni.1 II Dio sommo sempre fra’ Giapetici, il Dio luce o cielo, il Dio tonante, fu dagli Etrusci chiamato Tina o Tùtià; e corrisponde pià o meno al Jupiter de’ Latini. La sua femmina, la Dea pur del cielo, chiamossi Kupra; e corrisponde alla latina Juno. Poi viene Menfra o Menerva, di cui rimase a’ Latini il nome medesimo. Poi Vertumnu* Dio principale in Etruria, rimasto secondario fra i Latini. Poi vengon Norlia, la Dea Fortuna; Neptunus, sia che fosse o no nome Etrusco; la Dea Malata, Vulcaniti, saturnu», Mar», Vejoois o Vediat, sumnianut, Manta», Ceres, Ancharia, Boria, Vollumna Dea del tempio ove convenivano le XII città Etrusche, Imi, Feronia, Epul, Aplu od Apulu forse l’apollo latino, e poi le divinità Pelasgiche di Kadmos e dei Kabiri, Mercuriui o Turms, Venus o Fruii», e poi Bacco comunque

insieme quasi sempre gli Etrusci con tutti gli altri popoli circostanti; esamina meno la costituzione Etrusca, che una immaginata e cosi detta Italica da lui.

1 A ciò monta probabilmente la osservazione di Varrone Deus Etruria princeps; non a volerlo dire Dio primo o sommo, che dovett’ esser Tina. Muller, pag. 51.

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