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E la medesima imitazione avea prodotti effetti anche più pronti nella civiltà.—L’Italia erasi divisa in due parti, latihibellina desiderante l’imperio antico, la Guelfa desiderante l’antica libertà, due rinnovazioni non meno impossibili che quella dell’antica filosofia. E cosi s’eran fermate amendue, cosi mostravano perdersi la civiltà e la coltura italiana, cosi stava per cadere l’Italia. Ma non la Cristianità; la quale, non più progredita, anzi scemata di estensione in quell’età per la presa di Costantinopoli, era progredita in civiltà, in coltura, ed aveva falle le tre grandi invenzioni, la bussola, la polvere da guerra, la stampa.
IX. Qni dunque incomincia qnella che si suol chiamare storia moderna, e noi ehiamiamo Età III*, opresente, della Cristianità, l’età in che il suo progresso non fu più solamente Italiano ma universale, non più interno, ma pure esterno e di grandissima diffusione. E qui ricomincia quel fatto della Antichità, che da,una civiltà cadente sorga un’altra; ma con tali grandi differenze, che si succedono le civiltà più prontamente, che le cadenti cadono meno, che le sorgenti sorgono più, che anzi quelle non cadono se non relativamente e temporariamente, e profittando del sorger dell’altre si avanzano in somma ancor esse; che è in tutto una solidarietà, una comunanza, una verità innegabile di interessi, di progresso in tutta la Crisliànità. E quest’età si pnò incominciare dal di che scesero (non per la prima, a dir vero, ma per la prima volta a ciò apparecchiale) le nazioni straniere in Italia. E scese quasi allo stesso tempo Francia e spagna; ma più apparecchiala spagna, prese ella la precedenza, il sommo luogo. Gli strumenti furono Italiani ancora, ma la mano, l’impulso, l’operosità, la virtù, spagnuolà. Per Ispagna un Italiano scopri il nuovo Continente, e un altro il nomò; ma gli spagnuoli il conquistarono, progresso massimo di tutti. Ed essi presero dall’Italia poesia, storia, arti, tutte le colture, salvo la filosofia; dall’Italia le armi, non la civiltà già pervertita; e dopo la lunga lolla rimasero signori d’Italia, prepotenti in Europa, soli polenti nel resto del mondo. Come le altre nazioni Europee non parteciparono a "J*,’1tal progresso? Certo pochi erano più apparecchiali, come di