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falliti qna e là, alcnne cospirazioni impotenti, alcnne società segrete doranti qnasi brace nascosta sotto il saolo della civiltà presente; ma latti questi sono oggetti da polizia più che da politica, o da politica parziale particolare temporaria, più che da qnella la quale consideri le condizioni generali della presente civiltà. Per qaesta tntti sono nulli o certo piccolissimi. Quelle rivoluzionetle cosi facilmente compresse han dato la misura di loro impotenze; se non fossero state compresse in un modo, sarebberlo slate in qualche altro non più difficile, posciachè non ebber forza intrinseca a difendersi nemmen mediocremente. Le cospirazioni sono opere da medio evo più che dell’età presente o future; da civiltà sconnessa, non da una ferma; il temerle, come il farle, è da nomini rimasti indietro; e fra lo numerose condizioni della civiltà presente cbe contrastano alle cospirazioni, la pubblicità sola basterebbe a farle impossibili. Le società segrete poi non sono altro che la pessima, la più impossibile delle cospirazioni; non è vero che abbian fatte esse le rivoluzioni durevoli de’ nostri tempi; e se furono in fondo ad alcune, non importarono molto alla riuscita* non importarono guari se non dopo, per la distribuzione de’ premii, cioè delle spoglie; l’importanza di esse non fn magnificala mai, se non da coloro cbe si compiacquero a premiare o a punire. — Finalmente, son pnr paura quegli altri timori che s’hanno degli operaj senza lavoro, de’ proletari senza interessi, de’ cosi detti socialisti o predicatori di leggi agrarie: anche queste sono cose ultravecchie, già sogni al tempo di Platone, già tentativi falliti al tempo de’ Gracchi, già di poca durala al tempo stesso della società barbara o del medio evo al tempo de’ Begardi, ma che riuniscono tutto quel ridicolo, tutte quelle impotenze insieme, ora che son dappertutto tante ricchezze da difendersi da tante aristocrazie, comunque si chiamino, Pari, Nobili, ricchi, educati, classi alte ec. ec. Anche questi sono oggetti di economia politica, da considerarsi certamente da ogni bnona politica particolare; ma noi possono essere di giusti timori generali; essendo ogni probabilità che sieno prevenuti da ogni buona politica, e se mai, almeno compressi da qualunque abbastanza cattiva per lasciarli crescere.— In

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